La paura di Dio
La paura di Dio è sapere che le esigenze del Dio vivente sono mortali, che mortale è il suo bacio e che chi incontra veramente Dio è condotto a morire alla propria storia, al proprio passato, per entrare in un mondo sconosciuto. E questo è difficile. Ecco perché la grande tentazione è quella di difendersi dal futuro di Dio, di assicurarci di ciò che già siamo, di ciò che già possediamo. Per usare un’immagine biblica si potrebbe dire che la tentazione della paura si ritrova nella storia del giovane ricco, che prova angoscia davanti al futuro che il Signore gli apre (« Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri»), davanti cioè all’esigenza di liberazione dal proprio passato per porsi incondizionatamente nelle mani dello straniero che invita, sebbene Gesù l’abbia guardato e amato. La prima grande scuola per imparare a pregare è aprirsi al coraggio della libertà, accettando di stare soli davanti a Dio solo, rinunciando a ogni alibi e a ogni difesa. Occorre aprirsi al coraggio della libertà nell’amore
(B. FORTE, Nella memoria del Salvatore, Milano 1992, 242s., passim).