Un lupo civile
“Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi …”
Come agnelli in mezzo ai lupi. Vedi, Signore, se devo essere sincero, e con Te non posso che esserlo, sento dentro di me, nel mio intimo, una parte di lupo. Non è un lupo brado, facilmente riconoscibile. Il suo pelo è liscio, pulito; il suo aspetto non incute paura, i suoi tratti sono garbati, contornati di belle maniere, di discreta finezza. E’ un lupo civile, ben vestito, sempre intento a profumarsi e incipriarsi; in tasca porta una vecchia tabacchiera donde estrae un pizzico di aroma da porsi sotto il naso perché non sopporta i cattivi odori. Mi fa paura! E’ più famelico del suo cugino, il lupo della foresta. Quello ha il pelo irto, è selvatico, è tutto “pelle e ossa; esce dal bosco di notte, mangia perché ha fame, si accontenta di poco. Il lupo civile che abita nel mio cuore non si accontenta; divora il poco di buono che c’è nel mio animo, distrugge la mia innocenza, si porta via il gusto del bello e del buono. Vedi, Signore, ho bisogno di Te. Solo Tu puoi trasformare questo subdolo lupo in agnello, puoi salvarmi dal lievito vecchio che non fermenta, che lascia intatta questa pasta fatta con i frutti dei pruni, delle spine e dei rovi. Lascia ai tuoi discepoli il compito di difendere il gregge dai lupi selvatici; ma Tu vieni da me e caccia questo lupo civile, tanto pericoloso e crudele. Conducimi ai quieti pascoli, donami la tua pace.
Meditazione di don Luciano Vitton Mea