Torni il presepio: le montagne

Torni il presepio: le montagne

3 Dicembre 2014 Approfondimenti 0

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Non si può negare che uno degli spettacoli più belli e affascinanti della creazione siano le montagne. Non per nulla la maggior parte delle volte che decidiamo di fare una scampagnata, la scelta cade sulla montagna. Le alte cime esercitano sull’uomo un senso di stupore; davanti alla grandezza delle montagne ci sentiamo piccoli, fragili e limitati. Nella sua potenza la montagna è maestra. Ci insegna che la vita non è solo gioie ma anche sacrifici, che per raggiungere la vetta bisogna camminare, faticare, sudare e, alcune volte, “stringere i denti” cioè faticare. La montagna ci insegna che i grandi traguardi della vita non sono facili, bisogna guadagnarseli. Il tutto e subito non esiste in montagna. Modelliamo, nel nostro presepe, con la carta roccia delle belle montagne affinché ci ricordino il gusto e la fatica delle vette più alte.

don Luciano

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Le montagne nella Bibbia

«Alzo gli occhi verso i monti; da dove verrà il mio aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore che ha fatto cielo e terra» (Sal 120,1-2), così cantavano i pellegrini d’Israele quando di lontano vedevano profilarsi i monti e i colli che circondano la città santa, Gerusalemme, là dove in un piccolo borgo poco lontano sarebbe nato Gesù. Su quei monti e in una memorabile notte, vegliavano i pastori.

Nei presepi c’è quasi sempre un monte, o una collina, e non solo perché la Natività è avvenuta fra i monti. La montagna evoca le al­tezze e nella Bibbia ha un alto significato spirituale: è il luogo della presenza di Dio, della vicinanza a lui. Sul monte Dio fa ascoltare la sua voce: ad Abramo, a Mosè, a Elia… È il luogo della Parola di Dio, dove si sale o si sosta all’incontro con lui e con gli angeli suoi messaggeri.

 

 Parliamo con Gesù

 Vorrei salire molto in alto Signore e vedere dal Monte della Trasfigurazione tutta l’umanità e la loro storia. Poter godere dei tanti gesti d’amore, di bontà e di misericordia che gli uomini sono ancora capaci di fare. Poter piangere per tutte le cattiverie che offendono la dignità degli uomini e in modo particolare quelle inferte ai più deboli e indifesi: bambini, donne, anziani e ammalati. Poter sentire la tua voce che mi sussurra: «Scendi subito e compi tanti gesti di bontà, servirti in tanti fratelli trasfigurati dalla sofferenza, dalla solitudine e dalla disperazione».

 

 

 

   

il Podcast di don Luciano

 

 

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