Domenica 11 Agosto, 2013
CORRIERE DELLA SERA
«Ho visto in faccia il dolore Ma credo nella bontà dell’uomo»
Umberto Veronesi si racconta: Dio, le malattie, le guerre
di IDA BOZZI
Il personaggio del giovane Kolja, nei Fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij, apostrofa Aleksej dicendogli: «Anche senza credere in Dio si possono amare gli uomini». L’esistenza di un’etica, un umanismo che contempli il rispetto di valori morali, la solidarietà, e via via la «fratellanza», la civiltà e molto altro, anche in mancanza di una fede religiosa, è tra i temi fondamentali per l’uomo contemporaneo.
«Io non sono credente, e rispetto al problema di Dio mi considero agnostico. Sono però profondamente convinto che esista una morale laica altrettanto valida della fede in Dio». È quanto scrive un uomo di scienza e di medicina come Umberto Veronesi nel nuovo ebook della collana dei «Corsivi» del «Corriere della Sera», intitolato Credo nell’uomo, non in Dio, una riflessione dedicata appunto all’argomento: è lo stesso professor Veronesi, fondatore della Scuola europea di oncologia e direttore dell’Istituto europeo di oncologia, a raccontarci il suo pensiero.
«Innanzitutto, va detto che io vengo da una famiglia molto religiosa — spiega al telefono Veronesi —, un fatto questo da cui nasce il grande rispetto che nutro per chi crede, tanto quanto ne ho avuto per mia madre e mio padre. Io stesso dicevo tutte le mattine il rosario e vivevo immerso nella religiosità antica ……..